mercoledì 28 novembre 2012

IL REDDITOMETRO E LA CASA : Ecco come l'abitazioni entrano nel calcolo.


Da gennaio 2013 il redditometro entrerà nella vita degli italiani, mettendo a confronto redditi dichiarati e spese sostenute. l'agenzia delle entrate ha messo a disposizione il redditest online, per cominciare a prepararsi al grande fratello fiscale. noi di idealista lo abbiamo provato: ecco quali informazioni sulle spese per la casa bisogna inserire
l'agenzia delle entrate consiglia di fare il redditest una volta riuniti i seguenti dati:
per le abitazioni: dati dell'abitazione principale, delle altre abitazioni e delle spese sostenute per mantenerle
il capitolo abitazioni, a sua volta si divide in:
1. abitazione principale in proprietà
2. abitazione secondaria in proprietà
per entrambe le sezioni bisogna indicare: tipologia catastale dell'abitazione, comune, superficie, % possesso
successivamente vanno indicate le spese dell'abitazione
-    rata mutuo
-    manutenzione straordinaria
-    agente immobiliare per l’acquisto
-    collaboratori domestici
le spese per le utenze
-    luce
-    gas
-    telefonia fissa e mobile
le spese per acquisti
-    elettrodomestici
-    arredi
-    oggetti d’arte o antiquariato
3. abitazione in affitto
spese per il canone annuale
oltre al capitolo abitazioni bisognerà dichiarare:
mezzi di trasporto - dati di tutti i mezzi di trasporto utilizzati nell'anno e delle relative spese di assicurazione
assicurazioni e contributi - spese per le altre assicurazioni (escluse quelle per i mezzi di trasporto) e per i contributi;
istruzione - spese per l'istruzione;
tempo libero e cura della persona - spese per attività ricreative, vacanze e cura della persona;
spese varie - spese sanitarie, animali domestici, apparecchiature elettroniche, gioielli e preziosi, assegni corrisposti all'ex coniuge, restituzione prestiti;
investimenti e disinvestimenti - investimenti/disinvestimenti avvenuti nell'anno e nel biennio precedente.
FONTE IDEALISTA.

martedì 20 novembre 2012

L’Unione Europea facilita la nuda proprietà


Fu proprio Immobiliare.it, circa un anno fa, a mettere in evidenza come il fenomeno della nuda proprietà  fosse in crescita in Italia; da un lato per la crescente difficoltà delle fasce più anziane della popolazione, dall’altra perché molti piccoli investitori cominciavano a guardare con interesse alla nuda proprietà come opportunità per acquisire, a costi ridotti, un piccolo patrimonio immobiliare. Anche l’Unione Europea ha deciso di mettere mano alla nuda proprietà, arrivando a istituire un bando che ha dato origine al progetto Over to Over e, in Italia, vedrà impegnate nella fase di sperimentazione la Liguria e la Toscana.

L’idea è quella di creare un’agenzia pubblica che possa acquisire e gestire il patrimonio degli anziani intenzionati a vendere la nuda proprietà; questo li favorirà sia nella gestione pratica del processo, sia nella selezione delle opportunità attraverso una rete solidale che vedrà coinvolti, fra gli altri, anche banche, associazioni di volontariato ed Enti pubblici.

Come ha detto Lorena Rambaudi, assessore alle politiche sociali per la Regione Liguria, quello che è un bene patrimoniale non si trasformi in un limite, ma sia un’opportunità. Va considerato che molti anziani si trovano in difficoltà economiche quando hanno da gestire, ad esempio, i pagamenti delle bollette o dell’IMU di un immobile di grandi dimensioni.

Anche gli agenti immobiliari faranno la loro parte e la costituenda associazione collaborerà con loro in maniera fattiva e trasparente così come con i fondi immobiliari, le associazioni artigiane e le società di gestione che, ciascuna con la propria professionalità e per le proprie competenze sarà coinvolta in questo processo dagli importanti risvolti sociali.

Fonte immobiliare.it

mercoledì 14 novembre 2012

PRESENTE E FUTURO DEL MERCATO IMMOBILIARE


Si può prevedere l'andamento del mercato immobiliare? certamente non è facile, ma alcuni studi sono più solidi di altri. è il caso per esempio del sondaggio congiunturale della banca d'italia sul mercato delle abitazioni in italia, i cui risultati anticipano sempre di qualche mese la radiografia del mattone. questa volta, sebbene tutti i dati siano ancora pessimi, si intravedono i primi segnali di un futuro disgelo il loro studio come ogni trimestre intervista circa 1.500 agenti immobiliari. ricordiamo che già ad inizio 2011 il sentimento degli intervistati era negativo, mentre molti operatori del mercato avevano ancora i paraocchi
i principali risultati:
tendenza generale. nel terzo trimestre 2012 proseguono le difficoltà del mercato immobiliare, tuttavia il pessimismo è in attenuazione. le prospettive nell'orizzonte di due anni appaiono meno sfavorevoli, sebbene il presente sia ancora duro
prezzi delle case. la dimunzione è generale (74,8% degli intervistati), con punte più alte nel nord-est, mentre si attenua, pur restando alta, la discesa al nord-ovest e al centro
compravendite. quasi la metà degli agenti intervistati non ha venduto neanche un immobile. la crisi in questo senso non conosce differenze geografiche
tempi di vendita. servono 8,2 mesi in media per vendere un'abitazione, un mese in più rispetto al 2011
pagamenti: gli acquisti con mutuo scendono e attualmente 4 case su dieci si comprano in contanti. la crisi del credito e la discesa dei prezzi dall'altro, con la paura di un crollo dell'euro, favorisce dunque chi ha dei risparmi e può pagare senza ricorrere alle banche
sconti: oltre il 15% la media degli sconti praticati rispetto al prezzo iniziale, ma un quinto delle compravendite si spingono fino al 30%


Fonte IDEALISTA

domenica 11 novembre 2012


Gli scarsi affari immobiliari stanno rendendo difficile la vita di migliaia di broker italiani. La soluzione per scappare dalle difficoltà congiunturali sembra essere un mix di investimenti in formazione, tecnologia e reti di collaborazioni.
L’attuale lunga ondata di crisi congiunturale sta impoverendo di compravendite ilbusiness delle agenzie immobiliari, ponendo in seria difficoltà la sostenibilità economica delle attività dei broker. Di qui la necessità di trovare leve di successo più significative, che possano permettere alle agenzie immobiliari di contrastare l’odierna fase depressiva, e rilanciare in tal modo il proprio successo sul mercato nazionale.

Stabilito quanto sopra, rimane ora da comprendere in che modo le agenzie immobiliari possano produrre opportuni cambiamenti di rotta, agendo sulle leve maggiormente in grado di evidenziare inversioni di tendenza. Su tutte, le determinanti più importanti sembrano essere relative all’accuratezza degli investimenti, impiegando le (spesso poche) risorse a disposizione su tre fronti: la formazione, la tecnologia, le reti.

In altri termini, oggi e nel prossimo futuro le agenzie immobiliari difficilmente potranno prescindere dallo sfruttare le opportunità concesse dagli aggiornamenti professionali, dagli investimenti in innovazione e in nuove tecnologie (social, e non solo), e dallavoro in rete, condividendo così con altri operatori i successi e i dolori delle oscillazioni nelle proprie attività di mediazione.

Ad esserne convinta è anche la Fimaa di Torino, che in una recente intervista rilasciata a Casa 24 dal presidente Alessandro Berlincioni, ricorda come il settore sia ancora fortemente contraddistinto da agenzie autonome con un'unica sede (per oltre il 90 per cento dei casi). Ne deriva una estrema frammentazione delle attività, che spesso si contraddistinguono per una gestione prettamente familiare e altrettanto spesso rifiutano la possibilità di stringere partnership con i colleghi, mancando lo spirito di condivisione e di collaborazione.

Non solo. Sempre secondo quanto afferma la Fimaa, a soffrire di più sono spesso le imprese di vecchia data, le agenzie immobiliari che non hanno saputo rinnovarsi, e che si trovano impreparate a gestire il dinamismo della nuova epoca del real estate nazionale. Ancora, le maggiori criticità si trovano nelle grandi città e nelle località turistiche più gettonate, dove la concorrenza è maggiore, e dove spesso le attività immobiliari sono condotte da micro-agenzie.

martedì 6 novembre 2012

QUANTO COSTA COMPRARE CASA ?


A quali e quante spese va incontro chi acquista una casa oggi?
Acquistare casa prevede anche il farsi carico di alcuni costi e imposte che non sempre sono conosciuti.
E’ quindi importante averne chiarezza ancora prima di intraprendere questo importante percorso.
Senza entrare nei molteplici tecnicismi che esistono a livello fiscale, ecco quali sono le principali voci delle spese per acquistare una casa a cui un privato va incontro:

Registrazione della promessa di compravendita

Il contratto preliminare di compravendita deve essere ai fini fiscali registrato entro 20 giorni dalla data di stipula (in caso di ritardo verrà applicata una sanzione del 30% sulle somme dovute più gli interessi legali).
Servono almeno due copie del contratto preliminare (una va trattenuta dall’Agenzia delle Entrate).
Va applicata una marca da bollo da euro 14,62 ogni 100 righe (o 4 facciate) del contratto.
Vi è una tassa fissa di 168 euro oltre alle imposte sulle somme pagate a titolo di acconto o di caparra.
Sull’acconto, se la vendita è soggetta ad imposta di registro (ES: compravendita tra privati) si applica il 3% (prima o seconda casa che sia) che potrà poi essere dedotto dall’imposta di registro finale dovuta al rogito notarile, mentre la tassa fissa e le marche da bollo andranno perse. Se invece la vendita è soggetta ad IVA (ES: compravendita tra privato e costruttore) è obbligatorio, per l’acconto, produrre fattura con relativa aliquota al 4% (prima casa), al 10% (seconda casa), al 20% (casa di lusso), e quindi non c’è versamento di imposta di registro.
Sulla caparra invece si applica sempre l’imposta di registro allo 0,5% sia con soggetti IVA sia con soggetti all’imposta di registro.
Ricapitolando: sulle compravendite con l’imposta di registro recuperiamo dall’imposta finale tutte le somme versate per l’acconto e per la caparra tranne le quote fisse ( euro 168 ) e i bolli, mentre su quelle soggette IVA, il registro pagato sulla caparra sarà sempre un costo aggiuntivo rispetto all’IVA dovuta per l’acquisto.

La provvigione dell’Agente Immobiliare se vi siete avvalsi della sua opera

Il mediatore ha diritto alla provvigione da ciascuna delle parti, se l’affare è concluso per effetto del suo intervento. La misura della provvigione e la proporzione in cui questa deve gravare su ciascuna delle parti, in mancanza di patto, tariffe professionali o di usi sono determinate dal giudice secondo equità art. 1755 c.c.
L’elemento determinante per esigere la provvigione è quindi la casualità tra l’affare che si è concluso e l’intervento del mediatore, non avendo nessuna rilevanza la forma data all’incarico (verbale o scritta) ne la conclusione definitiva dell’affare.
Infatti, se le parti, non porteranno a termine il contratto per qualunque causa è comunque diritto del mediatore trattenere o esigere (se non l’ha ancora ricevuta) la provvigione (il diritto alla provvigione del mediatore si prescrive entro un anno art. 2950 c.c.)
N.B. E’ inoltre normale che la parcella venga applicata ad entrambe le parti come conseguenza del rapporto imparziale e che venga dalle parti stesse corrisposta al mediatore all’avvenuta conoscenza dell’accettazione della proposta d’acquisto da parte dell’acquirente.
E’ consigliabile definire l’importo del compenso dell’Agente Immobiliare all’inizio del rapporto.

Costo del notaio

Il compenso notarile è dovuto sia per la stipula dell’atto di acquisto, sia per la stipula dell’eventuale atto di mutuo.
E’ stabilito da tabelle professionali, nonostante ciò consiglio di verificare tramite preventivi in modo da poter scegliere chi può far risparmiare di più.
Nel costo notarile cono compresi anche i bolli, le visure ipotecarie, e l’IVA sul compenso.

Imposte sull’acquisto della casa
L’imposta di registro (dà data certa all’atto di compravendita)
L’imposta ipotecaria (consente la trascrizione dell’atto nei registri immobiliari)
L’imposta catastale (consente di trascrivere il nuovo nome del proprietario all’Agenzia del Territorio)
L’IVA (grava per l’acquisto di immobili da società costruttrice o ristrutturatrice)
Per osservare nello specifico le imposte da pagare per l’acquisto di una casa dovremo vedere chi è il venditore e che tipo di immobile stiamo acquistando.
Qui di seguito vengono riportati degli schemi relativi all’aliquota da applicare in funzione del tipo di immobile e di soggetto venditore.
Per calcolare a quale somma corrispondono le percentuali di imposte sotto riportate, vedi il paragrafo “Come calcolare la base imponibile”.
Tabelle riepilogative delle imposte (N.B.: per “impresa non costruttrice” si intende “ditta non costruttrice”):
Acquisto di un’abitazione con caratteristiche di lusso da parte di un soggetto privato (per l’acquisto di
abitazioni di lusso non si può usufruire dell’agevolazione fiscale):

imposte immobiliari 1

N.B.: l’aliquota del 20% è stata aumentata al 21%.
Acquisto di un’abitazione (senza possedere i requisiti “prima casa”) con caratteristiche non di lusso da parte di un soggetto privato:

imposte immobiliari 2

imposte immobiliari 2
Acquisto di un’abitazione utilizzando i requisiti “prima casa” con caratteristiche non di lusso da parte di un soggetto pivato:

imposte immobiliari 3

imposte immobiliari 3
N.B.: il Costruttore potrebbe decidere di non applicare l’IVA dopo 5 anni dall’ultimazione dei lavori dell’immobile, ma applicare l’imposta di registro come se vendesse un privato.
Come calcolare la base imponibile:
Nel caso di vendita soggetta ad IVA la base imponibile è il valore dell’immobile dichiarato nell’atto notarile di acquisto.
Nel caso di vendita soggetta a imposta di registro tra un acquirente privato ed un venditore privato o ditta non costruttrice (o Costruttore che vende dopo 5 anni dall’ultimazione dei lavori dell’immobile, che decide di non applicare l’IVA ma applicare l’imposta di registro come se vendesse un privato), la base imponibile è il valore catastale dell’immobile, che viene calcolato in maniera sintetica in questo modo:
- se chi acquista gode dei benefici prima casa: Rendita Catastale x 115,5
- se chi acquista non gode dei benefici prima casa: Rendita Catastale x 126
Quali sono i requisiti per fruire dei benefici Prima Casa
Il primo requisito indispensabile per fruire delle agevolazioni è che l’acquisto riguardi una casa di abitazione non “di lusso”. Per verificare se un immobile è considerato di lusso, occorre far riferimento ai criteri individuati dal decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 agosto 1969 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969).
Accertato che si acquisti un’abitazione considerata non “di lusso”, i benefici spetteranno, a prescindere dalla categoria catastale dell’immobile, solo in presenza di determinate condizioni:
a) l’immobile deve essere ubicato nel Comune in cui l’acquirente ha la residenza o in cui intende stabilirla entro 18 mesi dalla stipula, o nel Comune dove l’acquirente svolge la propria attività principale.
Per il personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia non è richiesta la condizione della residenza nel Comune di ubicazione dell’immobile acquistato con le agevolazioni prima casa.
Per i cittadini italiani residenti all’estero (iscritti all’AIRE) deve trattarsi di prima casa posseduta sul territorio italiano.
b) l’acquirente non deve essere titolare, esclusivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune dove si trova l’immobile da acquistare;
c) non bisogna essere titolari, neppure per quote o in comunione legale, su tutto il territorio nazionale, di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su altra casa di abitazione, acquistata, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa.
Le condizioni di cui alle lettere b) e c) e l’impegno a stabilire la residenza, entro 18 mesi, da parte dell’acquirente che non risiede nel Comune dove è situato l’immobile che si acquista, devono essere attestate con apposita dichiarazione da inserire nell’atto di acquisto.
Se, per errore, nell’atto di compravendita dette dichiarazioni sono state omesse, è possibile rimediare mediante uno specifico atto integrativo, redatto secondo le medesime formalità giuridiche del precedente, in cui dichiarare la sussistenza dei presupposti soggettivi ed oggettivi per usufruire delle agevolazioni fiscali.

Imposta sostitutiva sul mutuo:

E’ lo 0,25 per cento sulla cifra erogata se si acquista come prima casa, e il 2 per cento se non si acquistate come prima casa.
In caso di acquisto usufruendo di un mutuo Prima Casa si possono detrarre gli interessi passivi nella misura del 19% su un massimo di euro 4.000 di interessi passivi pagati nell’arco di un anno solare.
Per ottenere questo è necessario portare la residenza nell’immobile che si è acquistato entro 12 mesi dal rogito notarile.
N.B.: quando si ricorre ad un mutuo bisogna tener conto anche del costo di istruttoria del mutuo stesso da parte della banca, e anche della perizia necessaria per la valutazione del valore dell’immobile da parte della banca.
 

Altri costi:

Assicurazione della casa.
Costo del trasloco.
Costo di eventuali nuovi mobili.
Costo eventuale ristrutturazione della casa dove necessaria.

Fonte Stefano Boscarato

domenica 4 novembre 2012

IMU UN SALASSO PER CHI AFFITTA CON CONTRATTO CONCORDATO

Sui contratti concordati è in corso un tentativo di riportare l’aliquota per legge al 3,8 per mille, cioè alla metà di quella base. La proposta è stata avanzata in sede di discussione della legge di Stabilità dai rappresentanti dell’Udc. Ma c’è un’altra richiesta che viene da Confedilizia, ovvero quella di ricondurre la quota di canone detraibile ai fini Irpef almeno al 15% rispetto all’attuale 5%. 

Ci sono però città in cui la seconda rata costerà di meno: è il caso di Milano, Trieste e Torino, dove l’aliquota scelta dal Comune è inferiore a quella base del 7,6 per mille: per le prime due si colloca al 6,5 per mille, per l’ultima a 5,75. In alcune città verrà manterranno invariata l’aliquota base del 7,6 per mille, come Ancona, Aosta, Bologna, Firenze, Genova e Venezia. In quest’ultima città si passerà da un esborso complessivo di soli 40 euro per l’Ici a un’Imu totale da 972 euro, con una maggiorazione record del 2.330%.